mercoledì, aprile 12, 2006

Una domenica mattina quasi qualunque

Come spesso capita nei paesi di provincia la domenica mattina si và un piazza e tra un caffè ed un articolo di giornale si incontrano amici, parenti, elettori e clienti. In questo periodo ormai elettorale la forza e la fonte degli argomenti risiede in quello che passa la programmazione televisiva e la produzione editoriale. Sondaggi, immigrazione e tasse gli argomenti sui giornali. Celebrato il funerale della comunicazione sondaggistica come illiberale misura di scalfariana memoria per non turbare la formazione del convincimento democratico prima del voto, vi riassumo le chiacchierate, più o meno a quattrocchi, che mi hanno rovinato la giornata. Davanti alla tazzina di caffè dice Aldo:“ Ma a te sembra possibile che una faccia di m… come Prodi abbia il coraggio di presentarsi all’Italia con l’armonizzazione delle tasse. Vengo e mi spiego: Io negli anni novanta avevo un Conto corrente con 50 milioni di lire, Prodi me lo ricordo con una faccia serena che diceva “sogno per l’Italia i mutui al 2.5%, casa per tutti!!!” e io come un pirla da piccolo risparmiatore mi convinco, pensando alla vecchiaia, di indebitarmi , mi convinco di comprare una casa con un mutuo trentennale affittarla e crearmi un reddito, anzi mi infogno e compro 2 monolocali anziché fare come tutti, non faccio la Findomestic per il televisore al plasma, il DVD e il videotelefonino, non sono mica pirla !Ora il Prodi che fa mi tassa l’affitto della casa e mi alza il mutuo e se voglio rivendere i mercati mi stanno crollando addosso, ma se tenevo i soldi nel conto anziché fare economia, investire il risparmio ecc, ecc, non mi finiva meglio mi avrebbe ridotto la tasse sul conto corrente. Ma allora è proprio vero che è un servo dei poteri forti il mortadella. Certo per Rutelli abituato a mangiare pane e cicoria meglio pane e mortadella. Ma io che dopo una vita di pane e formaggio con la D.C. ora da un paio di anni mangio carne con contorno di carne il pane con la mortadella non mi “cala” proprio. “Minchia”, appena vedo un comunista me lo mangio e senza pane!”Esco dal Bar la conversazione non si addice alla bella giornata, di guai proprio non ho voglia di sentirne ma non è facile scansarli in una piazza assolata. Un gruppetto davanti al Bar si è infognato in una discussione sui numeri dei programmi e sembra proprio che non possono uscirne se uno di loro sbotta e dice “ Però non è giusto che Berlusconi aumenterà la pensione fino a 800 euro ai pensionati e io che lavoro pure il sabato mattina devo avere uno stipendio di 850 euro”. Quando mi appresto a sentire il proseguo della discussione e prepararmi a dire qualcosa di liberale, si avvicina “ lo scemo del paese” che secondo me tanto scemo non è, anche se parla al cielo all’indirizzo dei grandi della terra rimproverandoli e suggerendo soluzioni sui conflitti e quant’altro, a volte lo ho ascoltato, certamente è informato guarda sicuramente i Tg e legge i giornali e poi riflette ad alta voce guardando sempre il sole, mi avvicino per sentire con chi ce là è dice verso il sole “ non capite niente nessuno, sono falsi, viscidi, ma Violante lo sa che in lista con Lumia e Cardinale, a detta del pentito Campanella, è in uno strano “ Giro di Mafia?”.Preferisco avanzare e non fermarmi, vedo il parroco davanti alla chiesa che conversa con il comandante dei Vigili Urbani ed il Maresciallo dei Carabinieri, mi avvicino per salutarli, e il prete che agitava l’Osservatorio Romano dice “Con l’enciclica si dice chiaramente che la chiesa non fa politica semmai aiuta i politici e gli elettori a non peccare”, mi preoccupo che la conversazione , data l’ora mattutina e la bella giornata , sia un pò pesante e faccio per guardare il giornale quando il comandate mi segnala la questione immigrazione e la politica dell’unione, mi racconta che un tizio aveva trovato la soluzione delle soluzione, ottenendo l’effetto di risolvere il sovraffollamento delle carceri, eliminare la delinquenza comune e i furti in villa nonché la prostituzione oltre a fermare l’islamizzazione dell’Italia. “ Bisogna fare giustizia secondo cultura”. La definizione suscita il mio interesse e presto attenzione. “Le forze dell’ordine preso il delinquente, accertato e certificato il reato lo deve consegnare al paese di provenienza che farà giustizia secondo usi e consuetudini. Cosi se ha rubato gli tagliano una mano, se ha violentato gli tagliano l’uccello. Cosi chi vuole venire a delinquere in Italia sa che rischia quello che rischia nel suo Paese”, faccio uno smorfia della faccia, sbotto a ridere come tutti i presenti, colgo al volo l’opportunità di un passaggio facendo finta che avevo un appuntamento con l’ignaro automobilista e fuggo dalla piazza. E’ pensare che dovevo iniziare a riflettere in PAR CONDITIO !Nomi uomini fatti e circostanze sono frutto di pura fantasia (forse).

1 commento:

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