(ANSA) PALERMO, 16 NOV - Il gup Adriana Piras ha inflitto condanne per complessivi 3 secoli di carcere ai colonnelli e favoreggiatori di Provenzano. Si tratta di 57 imputati, gran parte dei quali hanno protetto nell'ultimo decennio la latitanza del boss, altri hanno gestito le casse di Cosa nostra.Fra le persone condannate vi e' anche il gruppo che organizzo' il viaggio a Marsiglia di Provenzano, con in testa Nicola Mandala', che ha gestito anche il ricovero del boss in clinica.
E ora che giustizia è fatta in un pezzo di territorio Siciliano si è riconquistata la libertà: la liberta dalla paura che incute la Mafia alla popolazione succube. Ma Giustizia è veramente fatta? Secondo me no! E vi spiego il perché. La paura generata nell’individuo che vive in territori ad alta densità mafiosa è alimentata con la informazione giornalistica la conseguente enfatizzazione dello scontro tra la criminalità organizzata e le forze dell’ordine. Un cittadino che si alza la mattina per andare a lavorare e si ritrova in mezzo alle strade un operazione militare in corso, decine di arresti di suoi concittadini, uso di termini quali “Maxi Operazione”, “Grande Mandamento” “Decapitata la Mafia” eccetera, se al momento il cittadino, l’estorto, il minacciato trovano sollievo e acquisiscono una maggiore libertà dalla paura subito dopo si rassegnano perché si ritrovano a precipitare in una paura maggiore questa volta aggravata dalla rassegnazione che nella lotta tra mafia ed antimafia chi vince alla fine è sempre la Mafia e magari per colpa dell’antimafia. Vi dimostro ciò con i numeri: 300 anni di carcere divisi per 57 colonnelli e favoreggiatori di Provengano fanno in media 5,2 anni ciascuno, considerando i benefici vari tipo buona condotta ect. i colonnelli ed i favoreggiatori di Provenzano con 3 anni di carcere in media se la cavano, considerando inoltre che due anni di detenzione cautelare sono già scontati ne restano uno da fare e poi il debito con la società è pagato ed i colonnelli e favoreggiatori di Provenzano possono riacquisire la loro libertà di incutere paura al cittadino, all’estorto, al minacciato di cui sopra questa volta con uno status diverso quello del laureato mafioso all’Università Statale dell’Ucciardone o equivalente, entrano con la nomea di bullo di quartiere escono Mafiosi di rango perché tale è chi viene preso in operazioni così ingigantite che sfociano in maxi processi con secoli di condanne. Loro saranno liberi di muoversi come gli pare , si magari con qualche fastidio come girare sulla minicar che si guida senza patente, o andare ogni giorno a firmare in caserma, o ricevere il controllo dei carabinieri al domicilio, cosette così. Ma la libertà dalla Paura del cittadino che fine fà? Quello che ha gioito alla “fine della Mafia” ed ora se la vede girare in minicar e con il vestito nuovo e la cravatta , che si pavoneggia per la pubblica via, cosa penserà di tutte le giganterie , dai titoli dei giornali a quelli dei processi e dell’operazione degli inquirenti. ? Gli viene o no, il dubbio che tutto questo doppio binario contro la mafia , la giustizia bis, i militari, la DDA, la DNA, crei più danno che guadagno, che la cura sia peggiore del male? Giorni fa ho letto una rassegna stampa dove si gridava allo scandalo perché un mafioso, accusato da un pentito, comunque già condannato in primo grado a 4 anni e 4 mesi per un tentativo di attentato all’On. Lumia, allora e per la verità sempre componente della Commissioni Antimafia, tale mafioso veniva rimesso in libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare pur essendone accertato il fatto che fosse l’armiere di quelli che volevano ammazzare Lumia. Il commento dell’Interessato è stato “E’ il classico esempio che dimostra la necessità di organizzare un ordinamento compiuto binario, che prevede tempi giuridici diversi per i reati di mafia”. A mio modesto avviso è l’opposto! Mi chiedo senza imputazione di Mafia e fuori da un processo con 250 imputati, per un armiere accertato in primo grado, che si appella ad una sentenza non bastano due anni a condannarlo? Non è l“ordinamento compiuto binario” la soluzione anche perché tra uno o due anni l’armiere avrà pagato il suo debito con la giustizia e sarà libero di armeggiare a danno dell’On. Lumia o di chi chessia, e con la “giustizia fatta “ l’On. Lumia e chicchessia sono liberi di precipitare nella paura più di prima avendo promosso un trafficante di armi al rango di Mafioso. Sul fronte della lotta alle Mafie in termini di lotta sia alla Criminalità organizzata che alla Cultura Mafiosa vi è tanto da fare ad iniziare dal porre le questioni nei giusti termini. Non si può far sopravvivere la mafia facendo apposite leggi applicandole in modo speciale magari solo per fare prosperare l’antimafia militante e politica.
la giustizia che non c'è o che esiste solo per chi se lo può permettere,e non è giustizia quindi,secondo me
RispondiEliminawww.diariodiunesattore.blogspot.com