venerdì, settembre 26, 2008

Cossiga è come il vino: più invecchia e più diventa buono

Si quando era giovincello non era un granchè, non era apprezzabile e come si usa dire dalle nostre parti era "ordinario". Da quando iniziò a lavorare di mani ed a farsi i calli al colle ovvero ad usare il piccone ha preso via via sempre più corpo, colore ed aroma. E' divenuto "robusto" Adesso, con l'invecchiamento , nella botte della "saggezza" e con l'età si è rafforzato, ha perso ogni sgradevole retrogusto ed ha la fragranza della verità inconfessabile. Ti vien voglia, quando ne assaggi un goccio, di prenderti una ubriacatura. Speriamo che tenga il tempo e che di tale nettare ci si possa inebriare ancora per molti , molti anni ancora. E pensare che in gioventù ne disprezzavo financo l'odore. Ecco una prova di ciò che dico. Abbeveratevi e tutto di un sorso di questo esempio del divin mosto appena spillato :
(Tratto da il Velino)
POL - Churchill e i cretini, Cossiga ascolta Di Pietro e....
Churchill e i cretini, Cossiga ascolta Di Pietro e....
Roma, 26 set (Velino) - Il portavoce del Senatore a vita Francesco Cossiga rende noto il seguente comunicato dell’ex-Capo dello Stato su Di Pietro e Churchill: “Vedendo e sentendo parlare l’On. Antonio Di Pietro, un bravo ragazzo di cui tratta ampiamente la sentenza di archiviazione dell’azione penale promossa anni fa dalla Procura della Repubblica di Brescia, mi è venuto in mente un episodio della vita politico-parlamentare britannica. Quando Winston Churchill era, nel dopoguerra, mi sembra attorno al 1951-52, primo ministro di Sua Maestà Britannica, in una conferenza stampa un giornalista gli contestò il fatto che nella Camera dei Comuni sedessero dei cretini. Egli non si scompose, e replicò che questo fatto, innegabile, era la dimostrazione che il sistema costituzionale rappresentativo britannico era perfetto, in quanto pienamente rappresentativo, poiché, essendoci nel Paese una certa aliquota di cretini, era democratico che essi fossero equamente rappresentati alla Camera dei Comuni, e perciò era giusto e democratico che in essa sedessero, in ossequio alla volontà popolare membri del Parlamento che erano certamente cretini ma che, eletti da cretini, li rappresentavano, testimoniando quindi della democraticità del sistema. Mi sono poi chiesto e ancora mi chiedo perché mai mi fosse venuto in mente questo gustoso episodio ascoltando Antonio Di Pietro: ed ancora non riesco a darmi una risposta…”.

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