giovedì, febbraio 01, 2007

Cosa Nostra: Russia's version



"Minchia Don Salvo non siete nessuno, e se questi non avevano i comunisti che non li facevano muovere, voi manco saresti esistiti; Don Salvo vede come è bella la democrazia e il proibizionismo. Voscenza benedica"



MAFIA RUSSA TENTACOLARE, 184 I PADRINI (di Claudio Salvalaggio)
tratto da www.ansa.it
L'Italia sarà anche la culla della mafia, come si era sfogato il presidente Putin al consiglio europeo di Lahti con chi tentava di dargli lezioni di democrazia, ma la Russia sembra aver fatto tesoro della lezione del Padrino in poco tempo. I numeri snocciolati dal ministero dell'interno rilanciano l'allarme per un fenomeno che, esploso dopo la dissoluzione dell' Urss, ha saputo evolversi, infiltrandosi nei gangli vitali della vita economica, e a volte politica, del Paese.

"La mafia invincibile? E' solo un mito", assicura al quotidiano Izvestia il generale Aleksandr Elin, vicecapo del dipartimento per la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo del ministero dell'interno. I dati, però, sembrano smentirlo: 446 gang con un esercito di circa 12 mila uomini, 184 "padrini" in circolazione, oltre 2000 siti industriali sotto il controllo della criminalità organizzata, di cui il 20% circa di imprese molto importanti. Per non parlare dei reati economici dello scorso anno, in crescita del 7% rispetto al 2005: 37 mila, di cui un terzo legato alla corruzione, un fenomeno dilagante che pervade tutta la società, fino ai livelli più alti dell'amministrazione pubblica. Delle 446 bande mafiose, inoltre, le nove più potenti hanno agganci con altre organizzazioni criminali a livello internazionale, mentre 50 hanno contatti interregionali, all'interno dello sconfinato territorio russo. Le altre sono gang locali, ma non per questo meno pericolose. Certo, come sottolinea Elin in sintonia con il viceministro degli interni Oleg Safonov, alcuni risultati nella lotta alla mafia sono stati ottenuti: lo scorso anno sono stati arrestati 47 "boss", di cui 33 già rinviati a giudizio e quattro espulsi. Altri 40 stanno scontando una pena detentiva in galera. Sempre nel 2006, sono state sgominate 200 società che finanziavano gruppi criminali. "Un duro colpo per la mafia", ha commentato Safonov.

Il problema, come ammette il ministero dell'interno, è che ormai anche la "piovra" russa ha fatto il salto di qualità, approdando allo stadio dei "colletti bianchi". Dopo il far west dei primi anni, ora punta dritto alla vita economico-finanziaria del paese, piazzando capitali e uomini in banche, aziende, società di ogni tipo. E rincorre, e condiziona sempre di più, la vita politica, cercando di occupare posti di potere. A volte si allea anche con organizzazioni terroristiche estremiste. Pure il profilo del boss mafioso è cambiato. Il vecchio codice che imponeva una vita in clandestinità, senza tetto né famiglia né proprietà, è stato superato dai tempi. Adesso il boss si presenta alla luce del sole come un imprenditore disinvolto, dedito alla beneficenza e spesso con ambizioni politiche. E le sue sono "proposte che non puoi rifiutare", come vuole la tradizione del Padrino. Le aree più a rischio sono la regione di Mosca, l'estremo oriente russo, la regione del Volga e il Caucaso del Nord. L'allarme è serio, come continua a ripetere Putin, che anche oggi ha invitato a rafforzare la lotta contro la corruzione e i crimini nella sfera economica: ne va della reputazione della Russia, "come Paese con un ambiente economico civilizzato", ha ammonito.

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